MUSEOS DE LA SEDA / SILK MUSEUMS
Il metodo di stampa a planches (o a tampone) permette il trasferimento del colore dalla matrice al tessuto per contatto diretto: il tampone viene appoggiato sulla pezza stesa sul tavolo da stampa e premuto successivamente con l’aiuto di una mazza di circa 3 kg, che ha il compito di imprimere correttamente l’impronta, soprattutto lungo i lati. Pur essendo concettualmente arcaico, questo sistema è stato messo a punto verso la fine dell’Ottocento: in precedenza i motivi stampati erano quasi esclusivamente monocromatici con, talvolta, degli interventi di coloritura eseguita a mano. In seguito, essi sono diventati usuali stampe a più colori realizzati con la tecnica a cammeo o con quella del chiaroscuro all’italiana, grazie all’adozione di semplici registri meccanici. All’abilità meccanica dell’incisore xilografo si sono affiancate (o semplicemente sono state sostituite) tecnologie più complesse, come quella dell’uso della matrice in piombina (ottenuta con la lega di piombo, stagno ed antimonio, come i caratteri mobili da stampa tipografica) o con l’uso di lamine di ottone inserite sul blocco di legno. La collezione di matrici del museo è naturalmente eterogenea, con livelli conservativi che passano da soggetti intonsi sino a lacerti che hanno raggiunto lo status Brandiano di rudere, vale a dire soggetti con perdita pressoché totale della istanza estetica. Per questo ricco palinsesto, in parte esposto nel percorso museale e in parte conservato nei magazzini, occorreva una verifica conservativa puntuale ed efficace, in previsione di nuovi studi. L’occasione di intervento è stata sollecitata dalla verifica di un forte attacco xilofago che, per diffusione, stava compromettendo la struttura lignea delle matrici. Attraverso il progetto e la partecipazione a un bando pubblico, sono state raccolte le somme per un intervento conservativo affidato allo IED di Como (Istituto Europeo di Design) che ha provveduto al restauro conservativo; parallelamente le matrici sono state digitalizzate e sono state realizzate copie in 3D in materiale plastico per le attività di laboratorio. Conservazione e coinvolgimento sono state le parole chiave di questo progetto: partendo dalla catalogazione e dal restauro conservativo dei tamponi da stampa a mano, di età compresa tra la fine del XIX secolo e il primo ventennio del XX, abbiamo ottenuto una buona ricaduta sulle attività didattiche grazie alla formulazione di laboratori di stampa che utilizzano copie in riproduzione 3D di queste matrici storiche originali. Grazie alla rinnovata catalogazione delle planches restaurate, il Museo si è dotato di un software funzionale e di un hardware di catalogazione e stampa efficiente, impegnando un operatore museale a un attento lavoro di catalogazione. L’ARCHIVIO TESSILE Dietro le quinte del Museo, oltre ai macchinari e agli oggetti esposti, si apre un mondo di documenti e reperti che costituiscono il giacimento di informazioni e di sollecitazioni da cui il Museo trae ispirazione e materiale per la propria attività di ricerca e per alcune esposizioni temporanee. Questo archivio, a disposizione di studenti e ricercatori, giornalisti o studiosi del settore, si è costituito nel corso degli anni inmodo parallelo al lavoro quotidiano di valorizzazione del patrimonio storico dell’industria serica comasca. Al di fuori di un progetto specifico di acquisizione di materiali, esso ha comunque avuto il preciso obiettivo di evitare la dispersione di documenti, spesso a torto ritenuti di scarso valore, che invece sono stati utili alla ricostruzione puntuale delle realtà interne delle vicende di molte aziende che hanno contribuito allo sviluppo del settore tessile di Como e del suo territorio. 94
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