MUSEOS DE LA SEDA / SILK MUSEUMS

finale che potrebbe portare la struttura a raggiungere i 10.000 visitatori entro fine anno. La crescita regolare è frutto del lavoro di cura dell’immagine del Museo sul territorio lombardo, grazie ai mezzi convenzionali di promozione e a quelli on line , che oggi il Museo sta iniziando a sperimentare in modo deciso. Questi sono i canali che maggiormente intercettano l’attenzione di un pubblico in prevalenza turistico. CRITICITÀ VS SVILUPPI POSSIBILI Fin qui i dati che descrivono la situazione. In termini valutativi si impongono alcune considerazioni che rimandano agli ampi margini di miglioramento possibili: - È largamente sottodimensionata la presenza di visitatori comaschi e del territorio. - I pochi comaschi che hanno visitato il Museo ne hanno una fruizione one shot : il Museo offre pretesti per stimolare chi viene una volta a tornare ma non sempre il ritorno avviene compiutamente. - È pressoché assente la presenza del pubblico adolescente e giovane, questo benché la struttura sia ubicata in un polo che ospita diverse scuole superiori e sedi universitarie. - Il Museo si colloca in un territorio ricco dal punto di vista dell’associazionismo e della vita culturale, ma è ancora poco collegato ad altri soggetti ed enti. Questo è vero se si tiene per riferimento la città di Como, ma è ancora più vero se si pensa a Milano che rappresenta un collegamento naturale per un Museo che si occupa di tessuti e moda, ma che ad oggi non vede alcun collegamento attivo. - Il Museo si trova oggi in un momento assolutamente fertile e proficuo della sua vita, ricco di potenzialità, creatività e competenze. È in questa ottica che esso amplia la sua progettualità con un ombrello di iniziative conservative e documentaristiche per garantire una maggiore fruizione da parte di nuovi pubblici e per consolidare quelli esistenti. LA CONSERVAZIONE E LO SVILUPPO INTERDISCIPLINARE Nel patrimonio raccolto dalla fine degli anni Ottanta figurano circa un migliaio di planches da stampa per tessuti, realizzate tra l’ultimo decennio del XIX secolo e in uso corrente sino agli anni Venti del 1900. Queste matrici sono di eterogenea fabbricazione e provengono dal fondo della Stamperia Ticosa di Como. Arcaica per la spontanea semplicità di utilizzo, la tecnica xilografica di stampa sui tessuti è già di uso comune ai primi anni del Quattrocento, come ci ricorda nel suo ricettario Cennino Cennini ne il Libro dell’Arte. Nei secoli passati, il tessuto stampato era un prodotto relativamente a buon mercato, messo a punto come alternativa alle stoffe a disegno operato realizzate attraverso complessi procedimenti di tessitura, a cui l’invenzione Jacquard ha garantito uno slancio a inizio Ottocento. La stampa ha sviluppato un proprio linguaggio espressivo, divenendo alternativa di stile, non solo di costo, agli altri metodi di resa decorativa del tessuto serico, soppiantando in parte, o convivendo per sovrapposizione, alla realizzazione di tessuti operati. 93

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