MUSEOS DE LA SEDA / SILK MUSEUMS

quattro piante idrauliche per la torcitura. L’idea dell’accentramento produttivo nasceva dalla necessità di innalzare il livello qualitativo della produzione serica, controllando la qualità della seta a monte dell’operazione di torcitura. Per la produzione di organzini fini 7 era indispensabile disporre di un filo di seta grezza “robusto, sottile e rotondo” 9 , ottenuto durante l’operazione di trattura, con la quale i bozzoli venivano immersi in bacinelle d’acqua calda per dipanarne i capifili che, raccolti in un mazzetto proveniente da diversi bozzoli, definivano un filo robusto reso compatto dal reindurimento della sericina. Questo veniva poi raccolto su un aspo per formare le matasse di seta greggia che sarebbero poi state sottoposte alla successiva operazione di torcitura per rendere il filo molto più resistente 10 . Accorpando nel medesimo complesso edilizio le operazioni di trattura e torcitura si otteneva un processo di lavoro più sicuro e lineare, oltre al vantaggio di poter torcere immediatamente la seta tratta, abbreviando il ciclo produttivo che risultava così economicamente più remunerativo. Con queste finalità fu costruito il setificio di Caraglio, giunto fino ai nostri giorni senza subire modificazioni sostanziali che ne abbiano stravolto la conformazione architettonica complessiva, risultato di un progetto unitario che rispecchiava lo status sociale dell’imprenditore e la sua rapida ascesa in campo economico. Egli infatti, appartenente alla borghesia subalpina, entrò a far parte del Consiglio Comunale di Torino nel 1695 e acquisì ben presto titolo nobiliare ottenendo, unitamente ai fratelli, i feudi di Barbaresco e di Canelli nel 1706 11 . Non si conosce con certezza l’autore del progetto, ma è verosimile ipotizzare l’apporto di un architetto attivo nei cantieri ducali di Venaria, dove Galleani gestiva un altro filatoio realizzato su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte, su espressa volontà del Duca Carlo Emanuele II 12 . Il complesso edilizio si sviluppa in forme regolari e simmetriche intorno a due corti interne. Una terza, incompleta, è delimitata a sud-ovest dal canale di adduzione, mentre i fabbricati prospicienti questo cortile non fanno più parte della proprietà. Il nucleo tardo-seicentesco sviluppato attorno al primo cortile è certamente quello risalente alla fase d’impianto. Esso è caratterizzato dalla presenza di cinque torri circolari poste agli angoli della struttura (in origine ve ne era una sesta, che però è andata distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale). In alcune di queste torri sono situate le scale a chiocciola che assicurano i collegamenti verticali ai vari piani. Alla fase d’impianto risalgono sicuramente anche i resti della recinzione poligonale che delimitava l’intero complesso e le sue aree pertinenziali, recinzione costruita per impedire agli operai di allontanarsi dall’azienda e per evitare i furti della pregiatissima seta 13 . Il perimetro murario è segnato, nei quattro angoli principali, da altrettante torri di forma circolare, simili a quelle poste ai 8 C. Poni, Misura contro misura cit.,p. 423. 9 Ibid. 10 Cfr. F. Crippa, Il torcitoio circolare da seta: evoluzione, macchine super- stiti, restauri , in Quaderni Storici , n. 73 (1990), pp. 169-170. 11 Cfr. L. Palmucci- Quaglino, I luoghi delle attività paleoindustriali , in AA. VV., Cuneo:radiografia di un territorio , L’Arciere, Cuneo1980,p.285. 12 Cfr. P. Chierici, L’architettura delle “Fabbriche Magnifiche”: procedure e tempi della concentrazione produttiva tra Sei e Settecento nel Piemonte meridionale , in P. Chierici e L. Palmucci- Quaglino (a cura di) Le fabbriche magnifiche: la seta in provincia di Cuneo tra Seicento e Ottocento , L’Arciere,Cuneo (1993, p. 135. 110

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